storia   STORIA


Uno dei problemi a cui Galileo (1564-1642) pose attenzione ( negli ultimi anni della propria vita ) fu l'impossibilità di sollevare una colonna d'acqua oltre un'altezza di circa 9,70 m. Il fatto che la colonna potesse essere alzata solo fino a tale quota veniva spiegato all'epoca con un "horror vacui" ( orrore del vuoto ) da parte della Natura : essa impediva la formazione del vuoto riempiendo man mano lo spazio che veniva privato dell'aria con la cosa più immediatamente vicina.
Galileo spiegava l'esistenza di tale limite pensando che l'horror vacui avesse una forza misurabile e chiamò "altezza limitatissima" l'altezza massima alla quale una pompa riusciva a sollevare una colonna d'acqua.
Torricelli (1608-1647) un anno dopo la morte del proprio maestro, Galileo, risolse la questione studiando il fenomeno con un apparato più maneggevole, un tubo riempito di mercurio in cui il fluido non saliva oltre i 76 cm, dando così una pressione equivalente a quella della colonna d'acqua di 1 kg per cm².
Egli assieme a V.Viviani introdusse quindi un nuovo strumento, il barometro, con il quale misurava la "pressione dell'atmosfera".
Segue una parte della lettera con la quale Torricelli presentava il nuovo strumento :

Torricelli a Michelangelo Ricci in Roma.

Firenze,11 giugno 1644

Molto Ill.reSig.rePadrone mio Col.mo.
barometro ......Io discorreva così : se trovassi una causa manifestissima dalla quale derivi quella resistenza, che si sente nel voler fare il vacuo, indarno mi pare si cercherebbe di attribuire al vacuo quella operazione, che deriva apertamente da altra cagione, anzi che facendo certi calculi facilissimi, io trovo, che la causa da me addotta ( cioè il peso dell'aria ), doverebbe per sé sola far maggior contrasto, che ella non fa nel tentarsi il vacuo. Dico ciò, perché qualche Filosofo vedendo di non poter fuggire questa confessione, che la gravità dell'aria cagioni la repugnanza, che si sente nel fare il vacuo, non dicesse di concedere l'operazione del peso aereo ma persistesse nell'asseverare, che anche la Natura concorre a repugnare al vacuo. Noi viviamo sommersi nel fondo d'un pelago d'aria elementare, la quale per esperienze indubitate si sa che pesa, e tanto, che questa grossissima vicino alla superficie terrena, pesa circa la quattrocentesima parte del peso dell'acqua. Gli autori poi de' Crepuscoli hanno osservato, che l'aria vaporosa, e visibile si alza sopra di noi intorno a cinquanta, overo cinquanta quattro miglia ma io non credo tanto, perché mostrerei, che il vacuo doverebbe far molto maggior resistenza, che non fa se bene vi è per loro il ripiego, che quel peso scritto da Galileo, s'intenda dell'aria bassissima dove praticano gli uomini e gli animali, ma che sopra le cime degli alti monti, l'aria cominci ad esser purissima, e di molto minor peso che la quattrocentesima parte del peso dell'acqua. Noi abbiamo fatti molti vasi di vetro come i seguenti segnati A, e B grossi, e di collo lungo due braccia, questi pieni d'argento vivo poi serratagli con un dito la bocca e rivoltati in un vaso dove era l'argento vivo C si vedevano votarsi, e non succeder niente nel vaso che si votava; il collo però AD restava sempre pieno all'altezza d'un braccio, e un quarto, e un dito di più. Per mostrar che il vaso fusse perfettamente voto, si riempiva la catinella sottoposta d'acqua fino in D, e alzando il vaso a poco, a poco, si vedeva che la bocca del vaso arrivava all'acqua, discender quell'argento vivo dal collo, e riempirsi con impeto orribile d'acqua fino al segno E affatto. Il discorso si faceva mentre il vaso AE stava voto, e l'argento vivo si sosteneva benché gravissimo nel collo AC, questa forza che regge quell'argento vivo contro la sua naturalezza di ricader giù, si è creduto fino adesso, che sia stata interna nel vaso AE, o di vacuo, o di quella roba sommamente rarefatta; ma io pretendo, che la sia esterna, e che la forza venga di fuori. Su la superficie del liquore, che è nella catinella gravita l'altezza di cinquanta miglia d'aria; però qual maraviglia è se nel vetro CE, dove l'argento vivo non ha inclinazione, ne anco repugnanza per non esservi nulla, entri, e vi si innalzi fin tanto, che si equilibri colla gravità dell'aria esterna, che lo spinge? L'acqua poi in un vaso simile, ma molto più lungo, salirà quasi fino a diciotto braccia, cioè tanto più dell'argento vivo, quanto l'argento vivo è più grave dell'acqua per equilibrarsi con la medesima cagione, che spinge l'uno e l'altro.Confermava il discorso l'esperienza fatta nel medesimo tempo col vaso A, e colla canna B ne' quali l'argento vivo si fermava sempre nel medesimo orizzonte AB segno quasi certo, che la virtù non era dentro; perché più forza avrebbe avuto il vaso AE, dove era più roba rarefatta, e attraente, e molto più gagliarda per la rarefazione maggiore che quella del pochissimo spazio B. Ho poi cercato di salvar con questo principio tutte le sorte di repugnanze che si sentono nelli vari effetti, attribuiti al vacuo, né vi ho fin ora incontrato cosa che non cammini bene. So che a V.S. sovverranno molte obbiezioni, ma spero anche che pensandovi le sopirà. La mia intenzione principale, poi non è potuta riuscire cioè di conoscer quando l'aria fusse più grossa e grave e quando sottile e leggiera collo strumento EC, perché il livello AB si muta per un'altra causa ( che io non credevo mai ) cioè per il caldo e freddo e molto sensibilmente, appunto come se il vaso AE fusse pieno d'aria.
    Firenze II giugno 1644.
   Di V.S.M.toIll.re

Dev.moe Obbg.moSe.
 V.Torricelli


Fu il primo colpo alla teoria Aristoteliana dell'horror vacui, confermato di lì a poco da Pascal che, anch'egli interessato allo studio dei fluidi, fece portare dal cognato un barometro sul monte Puy-de-Dôme, il quale registrando un abbassamento della colonna di mercurio ( ad una quota di 3000 piedi = 900 m) corrispondente alla diminuzione di pressione prevista a causa dell'altezza, confermò la veridicità della teoria torricelliana.

Tratto da: "Opere scelte di Evangelista Torricelli",  Unione Tipografico Editrice Torinese, 1975, pp. 657-660.


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